Centrare gli obiettivi di azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 non sarà cosa facile. È un percorso che riguarda tutti i settori e che richiederà molte più risorse di quanto le autorità si possono immaginare o ammetteranno di fronte agli elettori. Per gli investitori, gli obiettivi ambiziosi della decarbonizzazione offrono opportunità di investimento interessanti in diverse aziende europee.
06 giugno 2024
L’impegno a centrare gli obiettivi net zero entro il 2050 sembra improrogabile, per le Nazioni Unite come per l’Unione Europea.
Slogan a parte, si tratta in pratica di obiettivi lodevoli ed estremamente ambiziosi che non saranno facili da realizzare. Come gestori dei risparmi dei nostri clienti, crediamo che la spinta alla decarbonizzazione possa rappresentare un’ottima opportunità di generare rendimento nel lungo periodo.
È da un po’ di tempo che il percorso verso la decarbonizzazione apre numerose possibilità, noi abbiamo cercato di posizionare i portafogli per sfruttare le opportunità più interessanti e ottenere una crescita degli utili sostenibile nel lungo periodo grazie alla spinta verso net zero.
Il modo in cui gli investitori sapranno sfruttare le opportunità offerte dalla decarbonizzazione e dal super-ciclo degli investimenti fissi, oltre alle dinamiche che plasmeranno quella che noi chiamiamo la nuova era, dalla normalizzazione dei tassi di interesse e dall’ascesa delle classi medie in Asia fino alla trasformazione digitale, definirà i rendimenti a lungo termine che si potranno aspettare dai loro portafogli.
Centrare l’obiettivo net zero entro il 2050: una sfida imponente
Il fatto che la domanda di energia continuerà a salire è una verità scomoda. La crescita della domanda dipenderà dall’aumento della popolazione globale ma, soprattutto, dall’aumento dei consumi di energia pro capite nei mercati emergenti dove il consumo di energia pro capite è una frazione rispetto a quello dei mercati sviluppati. A meno che l’offerta non aumenti per colmare le domanda in crescita, le nazioni in via di sviluppo continueranno a utilizzare la fonte che hanno più facilmente a disposizione, ovvero il carbone o persino il legno nel caso dei Paesi più arretrati. Il carbone non solo fa male alla nostra salute poiché inquina l’aria, ma rilascia anche il doppio dell’anidride carbonica per unità di energia generata dal gas. Gli investimenti fissi in campo energetico e delle risorse, in particolare nel gas che è un carburante fondamentale nella fase di transizione nonché una riserva nel caso delle energie rinnovabili intermittenti, devono accelerare oppure dovremo affrontare l’aumento dei prezzi dell’energia e persino la carenza di energia nonché un aumento del consumo di carbone.
Dobbiamo altresì considerare le sfide politiche per i governanti che devono chiedere ai loro elettori di ridurre le emissioni di carbonio laddove i costi inizialmente appaiono più ovvi dei benefici per l’ambiente nel lungo periodo. Alcuni politici si trovano già ad affrontare l’opposizione degli elettori nella spinta verso net zero e, nonostante abbiano ancora la possibilità di essere rieletti, realisticamente non possiamo escludere ulteriori ritardi. Per quanto ammirevole possa sembrare l’obiettivo del 2050, nel mondo reale la sfida è considerevole, per ragioni tecnologiche, finanziarie e politiche. E abbiamo aspettato troppo a intervenire!
Gli investimenti devono accelerare
Per poter centrare gli obiettivi di azzeramento delle emissioni nette entro il 2050, secondo l’IEA1, gli investimenti nell’energia pulita dovranno più che triplicare fino a raggiungere la quota di circa 4 mila miliardi di dollari all’anno entro il 2030.
Ora che la decarbonizzazione è considerata una priorità negli Stati Uniti e in Europa, gli investimenti fissi nei Paesi OCSE dovranno accelerare in misura significativa. In che misura le infrastrutture esistenti saranno in grado di affrontare la transizione verso la decarbonizzazione? Il fatto è che gli investimenti sono stati insufficienti per troppo tempo a seguito delle crisi finanziarie globali e le infrastrutture in molti Paesi sviluppati sono antiquate o inadeguate.
Spese in conto capitale delle imprese a livelli bassi
Le aziende hanno ridotto il loro CAPEX in % dei ricavi dopo la crisi finanziaria globale
Negli Stati Uniti, la legge per la riduzione dell’inflazione e altri provvedimenti comportano circa 2 mila miliardi di dollari di finanziamenti diretti o indiretti. L’Europa deve reagire, sia finanziariamente sia attraverso una pianificazione delle riforme, altrimenti continuerà a restare indietro.
Per facilitare la transizione energetica, nella speranza di poter centrare o almeno avvicinarci agli obiettivi net zero entro il 2050, serviranno ingenti investimenti in numerosi settori, dall’energia stessa all’elettrificazione (non solo per i veicoli elettrici), dalla ristrutturazione di edifici residenziali e commerciali alla riorganizzazione dei processi e delle attività industriali.
Net zero apre grandi opportunità di rendimento agli investitori
Essendo una società di gestione degli investimenti, il nostro compito è di produrre rendimenti interessanti per le persone che ci affidano con fiducia i loro risparmi. Ci concentriamo dunque sulle opportunità offerte dal tema della decarbonizzazione. La portata degli obiettivi da raggiungere e le difficoltà da superare sono enormi, così come le opportunità di investimento che coinvolgono numerosi settori, ciascuno con un ruolo specifico.
Cogliere le opportunità nel sistema energetico
Molte delle opportunità più interessanti si trovano, secondo noi, nelle imprese esistenti strettamente correlate ai sistemi dell’energia su cui facciamo oggi affidamento. Sebbene alcuni sostenitori di net zero ritengano che dobbiamo abbandonare o disinvestire le imprese esistenti nel settore energetico, in realtà crediamo che le grandi aziende esistenti abbiano un ruolo importante nel percorso verso la decarbonizzazione. Su scala globale, queste aziende (molte, come Shell o Total, sono state a lungo tra le nostre società favorite nei portafogli europei) dispongono delle competenze di migliaia di ingegneri e project manager altamente qualificati, nonché di quote di mercato, e conoscono bene il funzionamento dei sistemi energetici. Hanno inoltre un flusso di cassa operativo di centinaia di miliardi di dollari che possono utilizzare nella transizione energetica. Queste aziende non andrebbero emarginate nel processo di transizione, devono partecipare pienamente al futuro low carbon se vogliamo avere qualche possibilità di successo.
Nell’ambito del sistema energetico, la trasmissione e la distribuzione di elettricità rappresentano un collo di bottiglia. L’aumento della domanda di elettricità (e la complessità del sistema) renderà necessari la ristrutturazione, il consolidamento o la sostituzione dei sistemi esistenti. Le reti di trasmissione e distribuzione dovranno allargarsi molto e persino quintuplicare secondo le nostre stime. A nostro giudizio, aziende come Prysmian, Schneider Electric, Linde e Atlas Copco, che abbiamo in portafoglio, sono in grado di ricoprire un ruolo importante nell’espansione delle reti elettriche e nell’accelerazione degli investimenti nei sistemi energetici.
Reti elettriche
Il più grande collo di bottiglia?
Le linee di trasmissione dell'energia elettrica a livello mondiale dovranno aumentare di 5 volte entro il 2050, passando da 7 a 35 milioni di chilometri di circuito, a fronte di un aumento della domanda di energia elettrica di 2,5 volte e di un aumento dell'intensità di trasmissione di 2,25 volte.
Fonte: Thunder Said Energy, marzo 2024
Un altro costo della decarbonizzazione del sistema energetico riguarda la tenuta dei sistemi, l’immagazzinamento di energia e l’accumulo di energia di riserva. Anche i biocarburanti e i carburanti sintetici, che spesso sono prodotti da fonti rinnovabili, possono contribuire alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, in particolare il carburante sostenibile per l’aviazione è considerato un elemento fondamentale per l’impegno del settore verso net zero. Inoltre, l’idrogeno verde e blu, che sono prodotti rispettivamente attraverso l’elettrolisi dell’acqua utilizzando energia rinnovabile e dal gas naturale attraverso la cattura e l’immagazzinamento di carbonio, possono essere utilizzati come carburante per i trasporti, per i processi industriali e come una forma di deposito di energia. Tuttavia, ad oggi, molte di queste nuove tecnologie fanno ancora affidamento sul sostegno governativo, con costi che superano ampiamente quelli delle tecnologie tradizionali. Investiamo dunque con cautela in tale ambito, tranne che nelle società esistenti con un rendimento del capitale interessante come Atlas Copco e Linde che sono in grado di beneficiare dell’espansione incrementale dell’offerta dei loro prodotti in questi segmenti. Il gas naturale, potenzialmente attraverso la cattura e l’immagazzinamento di carbonio, dovrebbe avere un ruolo importante come riserva per le energie rinnovabili intermittenti.
Verso un futuro a più bassa intensità di carbonio: costruzioni, mobilità e processi industriali
I moderni sistemi di costruzione sono in costante evoluzione per facilitare il passaggio a un futuro più verde, in linea con le aspettative dei consumatori e i permessi di costruzione più rispettosi dell’ambiente. Ciò riguarda sia la costruzione di nuovi edifici che la ristrutturazione di quelli esistenti. Per sfruttare la domanda di soluzioni di costruzioni low carbon, compreso l’isolamento e la fornitura di arredi per le locazioni, aziende come Kingspan, Saint Gobain e Ashtead sono da tempo una posizione sovrappesata nei nostri portafogli.
Nel campo della mobilità, le infrastrutture per i trasporti possono contribuire al conseguimento degli obiettivi climatici. Nella catena del valore del settore automobilistico, aziende come Infineon e ST Micro forniscono i semiconduttori che sono una componente fondamentale dei motori dei veicoli elettrici. A parte le auto elettriche, le aziende che preferiamo, tra cui il produttore di camion Volvo, contribuiranno a plasmare un futuro più sostenibile nell’elettrificazione di bus, autocarri e macchinari pesanti.
Infine, anche sulla scorta degli sviluppi normativi, i processi industriali si stanno evolvendo per facilitare il passaggio a un futuro a più bassa intensità di carbonio. Tradizionalmente, la produzione a uso intensivo di emissioni di prodotti di base come cemento, mattoni e acciaio può diventare meno dannosa per l’ambiente (seppur a un costo più elevato per il consumatore) adottando misure come l’uso di biomassa o di carburanti derivati dai rifiuti, oppure attraverso le tecnologie di cattura e immagazzinamento di carbonio. Abbiamo un’esposizione su questo tema attraverso Linde e Atlas Copco, società che, a nostro giudizio, offrono un potenziale di rendimento interessante.
Gli investimenti specifici descritti nel presente documento non rappresentano tutte le decisioni di investimento del gestore. I lettori non devono presuppore che le decisioni di investimento illustrate nel documento siano state o saranno redditizie. Gli investimenti consigliati nel presente documento sono unicamente a fini di esempio e non rappresentano necessariamente gli investimenti che saranno fatti in futuro.
La transizione energetica è uno dei nostri principali temi d’investimento
Per quanto la spinta alla decarbonizzazione in Europa sia fondamentale, crediamo che i costi effettivi nonché la portata delle opportunità di investimento stiano iniziando a manifestarsi solo oggi. Le società che abbiamo in portafoglio sono, secondo noi, all’avanguardia degli sviluppi nel processo di decarbonizzazione. Restiamo convinti che le tempistiche per centrare l’obiettivo net zero rappresentino una sfida imponente, comunque la necessità di azzerare le emissioni nette è indiscussa. A nostro giudizio, le opportunità di investimento correlate alla decarbonizzazione sono straordinarie e noi da tempo stiamo posizionando il portafoglio affinché sia in grado di beneficiare dell’aumento della spesa in questo ambito.
Riteniamo che la decarbonizzazione e il super-ciclo degli investimenti fissi saranno temi di investimento importanti in grado di trainare la performance del mercato azionario in Europa.
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