Cina, avanti tutta
Il predominio della Cina nel settore dei veicoli elettrici è solo la punta dell’iceberg in ambito tecnologico
Il predominio della Cina nel settore dei veicoli elettrici è solo la punta dell’iceberg in ambito tecnologico
15 aprile 2025
Ricerca e sviluppo a tutto gas
Tra gli esempi eclatanti del cambiamento in corso, la società cinese che produce veicoli elettrici BYD nel 20241 ha venduto 4 milioni di auto in tutto il mondo, il doppio rispetto a Tesla. Come molte società tecnologiche cinesi, BYD è solo agli inizi della sua avventura in importanti mercati internazionali, come l’Europa. Con una spesa in Ricerca e Sviluppo di oltre 5 miliardi di dollari all’anno1, la società è all’avanguardia nella tecnologia per batterie per veicoli elettrici e nei sistemi di carica ultraveloci che potrebbero far superare per sempre l’“ansia da autonomia” dei conducenti.
Autonomia, sicurezza e prezzo: come superare la resistenza nei confronti dei veicoli elettrici
I consumatori spesso citano l’“ansia da autonomia” come la preoccupazione principale che li dissuade dall’acquisto di un veicolo elettrico, ovvero il timore che l’auto si scarichi durante un viaggio per cui sia necessario ricaricarla lungo il tragitto per poter arrivare a destinazione. Normalmente le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici sulle autostrade ci mettono un’ora a ricaricare una batteria che sia in grado di coprire una distanza di 240 chilometri, e ciò è fonte di stress e ritardi per i conducenti, presupponendo che trovino un caricatore disponibile nei momenti di punta. Anche le ultime versioni del supercaricatore della Tesla possono impiegare fino a 30 minuti per ricaricare un’auto elettrica compatibile.
BYD: sempre più lontano
Il 18 marzo BYD ha annunciato un nuovo caricatore superveloce in grado di ricaricare le batterie per una distanza di 400 chilometri in soli cinque minuti2 (che equivale a 300 bollitori elettrici), e avrà una rete di 4.000 stazioni di ricarica in Cina per gli ultimi modelli di BYD, tra cui la berlina Han L e il SUV Tang L.
Servono prezzi interessanti per dare una spinta al mercato dei veicoli elettrici
Come per la maggior parte delle aziende manifatturiere, le economie di scala hanno un effetto enorme sul costo della produzione di veicoli elettrici. Mentre i produttori tradizionali, come Toyota e Volkswagen, sono ancora in testa nelle vendite globali dei veicoli tradizionali con motore a combustione, quattro dei principali produttori di veicoli elettrici al mondo hanno sede in Cina o fanno affidamento su un partner cinese1. Essendo il principale produttore di veicoli elettrici al mondo, BYD conta su economie di scala che poche altre aziende possono immaginare, un vantaggio che si riflette sia sui clienti, sotto forma di prezzi più bassi, che sugli azionisti attraverso la crescita degli utili. Nello scenario attuale in cui si vanno inasprendo le tensioni commerciali, BYD (che produce bus in California ma non vende auto per passeggeri negli Stati Uniti, e ha esplicitamente dichiarato di non aver intenzione di farlo3 ) dovrebbe risentire assai meno di altre aziende dell’attuale incertezza correlata ai dazi sulle importazioni voluti dall’amministrazione Trump.
BYD
L'innovazione guida il progresso: una gamma di prodotti con un ampio appeal internazionale
In termini di leadership tecnologica, BYD è solo uno dei mattoni nella Grande Muraglia cinese
Per quanto la crescita e le prospettive di BYD siano ragguardevoli, questa è solo una delle decine di aziende all’avanguardia nel settore tecnologico in Cina che conferiscono al Paese una posizione di leadership nel settore. Per gli investitori che non sono ancora convinti del potenziale della Cina, basti pensare al successo del modello di intelligenza artificiale R1 ad alta prestazione e a basso costo di DeepSeek, presentato a gennaio. Sebbene sia stato addestrato su H600 di Nvidia, una versione ridotta dei chip H600 più potenti, paradossalmente soprattutto per via dei limiti alle esportazioni della legge statunitense CHIPS del 2022, DeepSeek eguaglia se non supera i modelli di intelligenza artificiale d’Occidente, come OpenAI e DeepMind di Google.
Leadership tecnologica
Stati Uniti contro Cina
Huawei: la necessità è la madre delle invenzioni
Fondata nel 1987 per la produzione di switch di rete, Huawei con sede a Shenzhen è cresciuta rapidamente fino a diventare un leader tecnologico globale in segmenti come le infrastrutture di rete per telecomunicazioni, gli smartphone e l’elettronica di consumo. Sebbene la crescita di Huawei sia stata in parte rallentata in alcuni ambiti, come il 5G, per via dei divieti imposti da alcuni Paesi occidentali per ragioni di sicurezza, delle sanzioni e dei controlli sulle esportazioni degli Stati Uniti, la strategia dell’azienda è cambiata rapidamente con lo sviluppo di soluzioni proprie. Per esempio, Huawei ha aggirato i divieti per la vendita di infrastrutture per la produzione di chip di prossima generazione sviluppando impianti propri e, già dal secondo semestre del 2025, potrebbe iniziare a utilizzare la litografia ultravioletta estrema (EUV) a tre nanometri. Grazie ai progressi nella tecnologia a 3 nanometri, attualmente predominio del colosso olandese ASML, l’innovazione di Huawei potrebbe entrare in produzione già nel 2026, per cui la Cina non dipenderebbe più dai microchip occidentali.
Intelligenza artificiale: utili in crescita per le società cinesi
Il gigante dell’e-commerce JD.com si avvale, per la sua rete logistica, della robotica basata su IA e della consegna via droni. Il colosso tecnologico Tencent usa l’intelligenza artificiale per potenziare le esperienze di gaming, moderare i contenuti e persino per individuare il cancro nelle fasi iniziali con l’unità di diagnostica medica. Anche nei settori che non sono tradizionalmente associati all’intelligenza artificiale e alla tecnologia, come quello industriale, la piattaforma di logistica Full Truck Alliance, che mette in collegamento i clienti con i fornitori di servizi di trasporto, sta facendo sempre più ricorso all’intelligenza artificiale, ai big data e ai servizi cloud per ovviare alla frammentarietà del settore dei trasporti cinese. Chiamato anche l’Uber degli autotrasporti cinese, il modello tecnologico di Full Truck Alliance copre circa il 60%3 delle spedizioni del Paese. La società opera però anche in altri ambiti, tra cui le soluzioni di credito, l’assicurazione e la tecnologia di guida autonoma.
L’avanzata tecnologica della Cina e il piano “Made in China 2025”
L’avanzata in campo tecnologico delle società cinesi è strettamente correlata alla strategia nazionale Made in China 2025, partita dieci anni fa con l’intenzione di trasformare il Paese in un leader globale in diversi settori tecnologici, dal manifatturiero avanzato/di precisione ai veicoli elettrici e all’intelligenza artificiale.
“Made in China” 2025
10 settori
Come mostra la figura, le società cinesi sono all’avanguardia della ricerca da dieci anni e crediamo che oggi gli investitori inizino a coglierne i frutti. Le aziende cinesi non stanno dormendo sugli allori, al contrario hanno potenziato la ricerca e lo sviluppo, come previsto dalla prossima fase di Made in China 2025, per giungere a nuove scoperte nelle applicazioni industriali e IT. Molte delle società cinesi più dinamiche e innovative stanno investendo parecchio nella crescita futura, indipendentemente dalle dinamiche geopolitiche del momento, come le tensioni in campo commerciale, pertanto gli investitori dovrebbero riconoscere che l’ascesa tecnologica della Cina non è un’anomalia, bensì un cambiamento strutturale dell’ecosistema degli investimenti globale.
La trasformazione economica a lungo termine della Cina è trainata dall’innovazione
Mentre molte economie occidentali crescono a rilento, negli ultimi due anni l’economia cinese è cresciuta del 5%1 circa all’anno, e le autorità del Paese sono intervenute con decisione negli ultimi mesi per risanare il settore immobiliare fortemente indebitato e stimolare l’attività economica. Ma una crescita del 5% non è l’unico fattore interessante: sono lontani i giorni in cui l’economia cinese si basava prevalentemente sulla manifattura di prodotti di base di massa, convenienti e di scarsa qualità, destinati all’esportazione. Le società manifatturiere a basso valore si stanno spostando sempre più verso altri Paesi dove il costo della manodopera è assai inferiore, mentre la crescita della Cina dipende da settori orientati al futuro, trainati da Ricerca e Sviluppo, come il manifatturiero avanzato (aerei e robotica), le nuove energie (solare), i veicoli elettrici, i prodotti farmaceutici, i dispositivi medici e i settori basati sui consumi che soddisfano la domanda di una classe di consumatori in crescita e sempre più abbiente.
Ci rendiamo conto che, come per gli altri mercati azionari, le valutazioni possono diventare eccessive nel breve termine, e le tensioni commerciali globali generano incertezza per le società che stanno puntando su un aumento delle vendite negli Stati Uniti, tuttavia la profondità e le dimensioni del mercato azionario cinese offrono interessanti opportunità alle gestioni attive orientate ai temi a lungo termine. Forse sorprenderà molti investitori sapere che solamente il 2,3%1 circa del Pil della Cina dipende dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, molto meno della Germania, del Giappone, del Messico e del Canada, mentre il mercato azionario del Paese ha guadagnato oltre il 100% durante l’ultima guerra commerciale con Trump del 2017-2021. Grazie all’innovazione e all’esposizione crescente nell’economia locale, credo che le società cinesi su cui puntiamo siano in grado di ottenere ottime performance in futuro.
Sull’onda dell’innovazione nell’intelligenza artificiale e nella tecnologia per i veicoli elettrici, la Cina si sta dirigendo a tutta velocità verso il futuro.
Jian Shi Cortesi gestisce le strategie azionarie in Cina e Asia per GAM Investments.
Per saperne di più su Jian Shi Cortesi e le strategie che gestisce clicca qui.
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